\paperw9000 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 Alla ricostruzione economica europea del secondo dopoguerra contribu∞ in maniera decisiva il cosiddetto ôpiano Marshallö: offert
a di aiuto e di impegno per la ripresa economica e il risanamento finanziario di tutti i paesi europei giα belligeranti, che gli Stati Uniti avanzarono nel 1948.\par
LÆUnione Sovietica respinse lÆofferta, e costrinse a respingerla anche paesi come la Ce
coslovacchia, ricadenti nella sua sfera di influenza. Ma alla fine degli anni Cinquanta era giα evidente una netta differenza del ritmo di sviluppo rispettivo dellÆOccidente e dellÆOriente europeo, che, quindi, consolidava la \b \cf4 \ATXht15291 contrapp
osizione delle due Europe\b0 \cf0 \ATXht0 . Al fattore di potenza e a quello economico se ne aggiungeva, nel determinare lo stesso effetto, un terzo, legato alla rottura delle alleanze di guerra, che erano state cementate ben pi∙ dal bisogno di contrasta
re lÆespansione e le ideologie dei paesi vinti che da effettiva solidarietα politica e ideale fra democrazie occidentali e comunismo sovietico. In opposizione alla forte pressione sovietica e comunista, si ebbe prima una Unione europea occidentale (Gran
Bretagna, Francia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo) e poi, nellÆaprile 1949, il Patto Atlantico (NATO) con lÆadesione dei paesi dellÆUnione e di Stati Uniti, Canada, Italia, Portogallo, Norvegia, Danimarca e Islanda. Nello stesso tempo in Germania la z
ona di occupazione occidentale e quella orientale si organizzavano in due stati, lÆuno federale e democratico con capitale Bonn, lÆaltro comunista con capitale Berlino Est. La Germania Federale ader∞ nel 1954 al Patto Atlantico, al quale rispose allora i
l Patto di Varsavia fra lÆURSS e i paesi comunisti dellÆEuropa orientale. Fra questi non era pi∙ dal 1948 la Iugoslavia, che aveva rotto i suoi rapporti con Mosca, rifiutando la ôsatellizzazioneö imposta di fatto dallÆUnione Sovietica nella sua sfera dÆi
nfluenza. Nel 1952 erano entrati nellÆalleanza atlantica anche Grecia e Turchia.\par
La divisione della Germania divenne, a tutti gli effetti, il principale fattore di contrasto fra le due alleanze, contrasto consolidato dalla \b \cf4 \ATXht152911 costr
uzione di un muro\b0 \cf0 \ATXht0 fra Berlino Est e Berlino Ovest nel 1961. La diminuzione di potenza europea induceva le classi dirigenti occidentali a un profondo ripensamento della posizione internazionale dei rispettivi paesi, che si concret≥ in una
serie di iniziative comunitarie che prospettavano la ôpiccola Europaö come una sempre pi∙ concreta area unitaria, capace anche di costituire un nuovo soggetto storico. Il declino europeo era rapidamente confermato dal processo di \b \cf4 \ATXht152131 de
colonizzazione\b0 \cf0 \ATXht0 dei grandi imperi delle antiche maggiori potenze. Iniziata con lÆindipendenza riconosciuta dalla Gran Bretagna allÆIndia (e, in sostanza, anche ai suoi vecchi \i dominions\i0 ), giα nel 1947, e poi via via alle altre colon
ie britanniche, la decolonizzazione ebbe aspetti pi∙ drammatici per la Francia in Indocina e in Algeria, per i Paesi Bassi, o per il Belgio. Alla fine degli anni Sessanta solo piccoli resti dei vecchi imperi mantenevano lo status di colonie europee. Ulti
me, a seguito di lunghe guerriglie, a ricevere lÆindipendenza erano, negli anni Settanta, le colonie portoghesi. DÆaltra parte, dopo il 1945, la Gran Bretagna si lasciava rapidamente sostituire dagli Stati Uniti nei suoi impegni nelle sue antiche aree co
